domenica 27 luglio 2014

LISBOETA AL VOLANTE...


A conferma del fatto che, come lessi una volta sulla rubrica “Forse non tutti sanno che...”, chi più è intelligente meno ama stare al volante, io detesto guidare. E allora il mio amore per Lisbona sarà dovuto anche al fatto che, a differenza delle altre città in cui generalmente risiedo, diligentemente non faccio uso dell'auto ma mi servo di tutti i mezzi che la città con efficienza mi offre. Ma mi è pur capitato di avere un volante tra le mani per le vie di Lisbona, e ho capito una cosa.

C'è un'abissale differenza tra la conoscenza che hai della città quando sei un pedone e quella che ne hai quando sei un automobilista. In altre parole: se da pedone Lisbona per me non ha segreti, quando guido è un continuo sussultar di coronarie: e adesso dove vado? e ora dove svolto? e di qua dove si riesce? Un vero e proprio thriller che si consuma sulla calçada e ancor più sull'asfalto delle varie avenidas trafficate a ogni ora del giorno e della notte.

Per non parlare delle tangenziali generosamente disseminate nel tessuto urbano per mano di qualche sadico ingegnere che voleva far scontare all'umanità colpe di cui non è consapevole: l'Eixo Norte-Sul, la Segunda Circular e altri nomi in codice sono il materializzarsi delle peggiori paure recondite dell'Es alla guida di un'utilitaria. Entri e non sai che direzione prendere; entri e non sai se ne uscirai vivo.

Il traffico di Lisbona però, tutto sommato, è zucchero per chi è abituato alla follia delle strade romane. Sicuramente anche qui ci sono i furbetti del volante, chi parcheggia in doppia fila, chi non rispetta le precedenze e chi passa col rosso, ma in quantità infinitesimale rispetto alla nostra capitale. In linea di massima gli automobilisti sono più disciplinati e soprattutto pazienti, pure troppo per i miei standard, visto che tollerano i morti di sonno che si attardano sulla sede stradale. Perché non si pensi che il traffico non ci sia (una volta dal Conde Barão a Santa Apolónia ho impiegato un'ora d'orologio, il doppio che se fossi andato a piedi): semplicemente aspettano senza attaccarsi al clacson dopo un secondo come siamo abituati a fare noi. E, cosa da non sottovalutare, si fermano a ogni attraversamento pedonale se solo vedono un'ombra di pedone appropinquarsi al ciglio della strada.

E pensare che questa era una terra di incidenti e vittime da far paura. Ancora fino a una dozzina di anni fa il Portogallo era il paese europeo con la maggior mortalità stradale: ogni anno si contavano migliaia di vittime. Troppe, per un paese di appena dieci milioni e qualche spicciolo di abitanti. Poi il governo si è messo a lavorare e, grazie a massicci finanziamenti europei per ammodernare la rete stradale e autostradale, campagne per sensibilizzare l'opinione pubblica e soprattutto controlli capillari su strada con multe e ritiri di patente, nell'arco di un decennio la sinistralidade rodoviária è drasticamente diminuita, diventando addirittura inferiore alla media europea. È stata fatta tanta strada, è il caso di dirlo.

4 commenti:

  1. Ho notato anch'io che le auto inchiodano non appena un pedone accenna a voler attraversare la strada e che i tassisti, a differenza di quasi tutte le altre città del mondo, non corrono come dei pazzi scatenati sfiorando marciapiedi e pedoni allibiti. O magari a me sono capitati solo quelli disciplinati e tranquilli ;)

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    1. Sì, forse ti sono capitati solo quelli disciplinati e tranquilli. Una volta me ne capitò uno completamente avvinazzato, per non dire ubriaco...

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  2. A proposito del fatto che le auto si bloccano per far passare un pedone, io un giorno ero fermo sul ciglio della strada e nei pressi delle strisce pedonali con una guida di lisbona in mano. Un auto si è bloccata appena prima delle strisce per farmi passare, io abituato a roma che non si fermano neanche se hai il piede sulla prima striscia bianca....mi sono vergognato a dire che non dovevo attraversare e quindi sono passato anche se non dovevo andare da quella parte !!! ADORO LISBONA !!!!

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    1. Se ti può consolare, a volte capita anche a me. L'imprinting italiano è molto forte.

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