domenica 28 aprile 2013

COME T’AFFRONTO LA CRISI - 2


Fonte: qui

Come ti dicevo nell’altro post, la crisi non ha intimorito più di tanto la giunta comunale di Lisbona, che semmai ha approfittato del momento di difficoltà per spremersi le meningi e farsi venire delle idee. Ha anche spremuto il portafogli cercando di raggranellare gli ultimi spiccioli disponibili per dare alla città qualche piccola perla.

Prima di tutto pochi mesi fa è stata prolungata la linea rossa della metro fino all’aeroporto: un traguardo che vuol dire molto per una città che riceve ogni anno sempre più turisti stranieri. Ma non è un episodio isolato: negli ultimi dieci anni la rete della metro si è estesa di varie stazioni e di vari chilometri, a differenza di quanto accade nelle nostre città, dove tra reperti archeologici (la scusa), tangenti, infiltrazioni di vario genere e comitati di cittadini che si oppongono ai lavori (a Roma, sic!) ogni chilometro ci costa un decennio di vita e qualche milione di euro.

Ma andiamo avanti: capitolo cultura. Proseguono i lavori per il nuovo Museo delle Carrozze (Museu dos Coches), a Belém, che ospita carrozze dal XVI secolo in poi, e che dovrebbe vedere la luce all’inizio dell’anno prossimo. E che non è niente in confronto all’idea dell’Atelier Museu Júlio Pomar, inaugurato tre settimane fa (ma il cui concepimento in realtà risale a undici anni fa): si tratta di uno spazio progettato dall’archistar Álvaro Siza Vieira e dedicato all’artista Júlio Pomar, nel quale le giovani leve possono lavorare gomito a gomito con l’artista cui è dedicato il museo ed esporre le proprie opere.

Ma siccome la crescita di una popolazione non si fa solo coi musei, ecco che ti viene potenziata anche la rete di biblioteche comunali. Che non sono polverosi e sfigati ricettacoli di secchioni, ma luoghi d’incontro intergenerazionali con libri, computer, wi-fi, supporti multimediali, addirittura playstation e giardini. Proprio l’altro giorno è stata inaugurata l’ultima della serie, nel quartiere di Alvalade, ma è in programma l’apertura di altre due biblioteche, a cui si affianca la ristrutturazione di quelle esistenti, come la centralissima biblioteca do Loreto, proprio accanto alla Bica.

E per la convivialità e una spinta alla piccola ristorazione che si fa?  L’anno scorso è stata riqualificata la piazza Martim Moniz, area cerniera tra la Baixa e la Mouraria, enfatizzando la sua identità etnica con l’allestimento di una ventina di chioschi di cucine dal mondo (tra cui l’italiana) e sottraendo l’area a ratti e spacciatori. E qualche settimana fa è stata aperta al pubblico la Ribeira das Naus (foto), un tratto di lungotago alle spalle del quale nei prossimi mesi sarà aggiunto un giardino tra il Terreiro do Paço e il Cais do Sodré.

Pensi che abbia finito? No, non ho finito. Continua a rosicare, italiano che non sei altro!

8 commenti:

  1. Go Graziano!
    Il primo tuo post sulla crisi l'ho messo anche su FB...potevo, no? :D

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  2. che bell'articolo! stanno investendo molto bene... che voglia di ritornaci... mi sa che la troverò ancora più linda!!!

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    1. Sì, Rokkino, la città, nonostante tutto, è in movimento. Quando ritornerai la troverai sicuramente più linda. Tu però ritornaci! :-)

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  3. da quello che scrivi sembra un altro mondo rispetto alle nostre città...

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    1. Ciao Mary
      la mia impressione è che qui la politica sia meno collusa con poteri "extra" e che l'"effetto clan" che è il paradigma della ripartizione di appalti e lavori nel pubblico in Italia qui non esista, o esista molto meno. In altre parole chi è al potere cerca di circondarsi di professionisti e non di parenti. Poi certamente il Portogallo è afflitto da pesanti problemi strutturali che aggravano la crisi, ma quello che mi pare di percepire è che le idee non vengono mortificate sistematicamente come avviene in Italia, ma anzi incentivate anche a livello governativo. L'argomento però, come puoi immaginare, richiederebbe una trattazione ben più approfondita, che non può essere esaurita nello spazio di un commento a un post.

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  4. mi sembra di capire che vivi in Portogallo non da qualche giorno e credo che le tue non siano solo percezioni...

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    1. Per essere precisi, Mary, mi divido fra Roma e Lisbona ormai da oltre dieci anni.

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