giovedì 12 aprile 2012

POIS, PRONTO, PORTANTO, PÁ.



Gli intercalari sono quelle espressioni disseminate nel discorso che danno forza a quello che diciamo oppure che intrattengono l'interlocutore mentre cerchiamo la parola che dobbiamo incasellare nel nostro eloquio (o vaniloquio). Cioè, insomma, per così dire, l'intercalare è esattamente uno di questi tre appena scritti. E in portoghese?

C’è una parolina che a pronunciarla mi dà un grande piacere. Ma non te la dico subito. Ti dico solo che quando un mio amico italiano venne a farsi un giretto a Lisbona mi disse: “Siamo stati ad Alfama e abbiamo pranzato in un posticino molto carino.... si chiama Pois Café”. E disse “puà” alla francese. Eh no, mio caro, gli dissi io, si dice pois (poish), e partì la spiega. Pois è sicuramente la parolina più usata dai portoghesi, buona per ogni situazione: ti fanno un'osservazione oziosa che esige risposta? Pois. Ti dicono una cosa che condividi in pieno o non condividi affatto? Pois. Ti dicono un'ovvietà? Pois. Ti raccontano una lunga storia e vuoi dimostrare che stai seguendo? Ogni tanto un pois e annuisci. E se proprio sei convinto di quello che dici o concordi in tutto e per tutto col tuo interlocutore, allora dirai: pois é. Io adoro questa parola -che in realtà introduce anche le proposizioni causali (poiché)- e ne faccio ampiamente uso quando parlo e soprattutto quando non capisco quello che mi dicono, così mi traggo d'impaccio e non faccio languire la conversazione.

Un'altra parolina ampiamente usata è pronto, che non vuol dire pronto ma è una parola-soccorso che mentre pronunciamo ci dà il tempo di trovare il termine che non ci viene in mente. “La cena che hai preparato era molto... pronto... sperimentale”. Può anche essere usata come una conferma di quello che si sta per dire, tipo “sì, ecco”, oppure semplicemente per arrivare a una conclusione. “L'appuntamento può essere... pronto, alle cinque va bene?”. Sì, è una parola abbastanza intraducibile.

Poi c'è portanto, che significherebbe quindi, dunque, orbene e introduce la proposizione consecutiva (se la sintassi m'assiste). Però nel linguaggio colloquiale è abusato per stemperare momenti d'imbarazzo lessicale. Un po' come il nostro insomma. Non mi sta molto simpatico.

E poi c'è il più giovane degli intercalari, che io personalmente detesto e trovo molto coatto, benché ormai sia sulla bocca di tutti. È pá che, a detta del mio amico Manuel, è una forma contratta di rapaz (ragazzo): sarebbe più o meno come il nostro “fra”, contrazione di fratello, ed è utilizzato soprattutto nelle vocative e nei resoconti tra amici. Così, se uno ti dice “Ehi, pá, ieri sera mi sono preso una sbronza!” tu potresti rispondergli: “Ecco perché parli così”.

16 commenti:

  1. insomma magari lo tradurresti con pois...

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    1. Non so, forse con "insomma" tradurrei più "pronto", ma solo in alcuni casi. "Pois" è davvero una parola multiuso: potrebbe essere "eh sì", ma anche "uhm" e tante altre cose.

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  2. Bel post :) ma devo fare una puntualizzazione: "Pà" non credo affatto sia la contrazione di rapaz (tant'è che lo usano anche le donne quando parlano tra loro), è invece la contrazione di "Epà", termine intraducibile o quantomeno difficile da "italianizzare"... E' sì un'intercalare, un'espessione colloquiale che tra le altre cose può servire a mostrare sorpresa ("Epà!!! Estas a brincar?!??!") o rinforzare un'affermazione ("Epà, tens razao!"). Quando lo dici veloce sembra di udire solo un secco PA', da lì la parola è stata definitivamente "tagliata" nello "slang giovane". A me sta simpatico, e vivendo a Lisboa da anni l'ho ahimè assorbito completamente!

    Mundo

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    1. No, Mundo
      in effetti mi hai fatto sorgere il dubbio, ma poi ho accertato che è proprio come mi ha detto Manuel:

      http://www.infopedia.pt/lingua-portuguesa/p%C3%A1?homografia=3

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    2. Eeeeeeepà!!!! (è proprio il caso di dirlo)

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  3. ma questo pois cafe anch'io l'avevo letto alla francese (ma non mi ricordo dov'è...)
    comunque io ho sentito solo pois ser, sempre se ho capito bene.
    invece pronto lo adoro e lo dicono in continuazione. devo iniziare anch'io a dirlo.

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    1. Il "pois, café", creato e gestito peraltro da due ragazze austriache, si trova in rua Sao Joao da Praça, mesmo ao pé da sé, ops... proprio sotto la cattedrale.
      Quello che senti dire forse non è "pois ser" (che non esiste), ma "pode ser", che è un'affermazione attenuata, e si usa in genere in risposta a una proposta. Pronto.

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    2. giusto, ao pé da Sé!
      quindi pode ser. e vabbè, bocciata! :-/

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  4. Tou a ver, sim :D
    Tra l'altro ricorda tantissimo il siciliano "compà": tra amici - o anche semi-sconosciuti - ci si dà del "compà", che è divenuto praticamente un intercalare, visto che c'è chi lo mette ogni tre, quattro parole; quando si parla velocemente si sente appena un secco 'mpà, 'mpà :)

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  5. Pois...adoro!
    Pronto...abuso!
    Epàààà..detesto! è davvero coatto!
    :)

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  6. Hai fulminato vari dubbi che da mesi mi perseguivano, grazie

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  7. Carino questo post, me l'ero perso.... Però manca il "pois foi", riferito ad un avvenimento sbagliato... o no?!? ;-)
    Saluti,
    Andrea

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    1. *avvenimento passato
      Peço desculpa... :-/

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