sabato 4 febbraio 2012

ATTENTO A DOVE METTI I PIEDI!

Fonte: qui

Quando passeggi per Lisbona la tentazione è quella di guardare col naso all'insù il cielo azzurro, le facciate dei palazzi piene di azulejos (piastrelle), le casette color pastello e i panni stesi ad asciugare. Male, molto male, perché così ti perdi quello che hai sotto i piedi: la calçada portuguesa.

Calçada in realtà vuol dire molte cose: è il marciapiede, è una salita/discesa/molto scoscesa, ed è il tipo di pavimentazione delle strade di tutto il Portogallo nonché delle sue ex colonie. C'è la calçada di granito (scura) come i nostri sampietrini, generalmente utilizzata per la carreggiata, e la calçada di calcare (bianca), utilizzata per marciapiedi, scalinate e aree pedonali. Ed è quella propriamente detta, che fa di Lisbona la “città bianca”: sono proprio questi specchietti di pietra a riflettere la luce dell'oceano e a illuminare anche i vicoletti più oscuri.

Ma soprattutto la calçada non è una pavimentazione tanto per, ma è una tela calcarea su cui sono incise opere d'arte. Quando bighelloni prova a guardare dove metti i piedi e vedrai scenografici mosaici che simulano le onde del mare (la piazza del Rossio, ad esempio), figure mitologiche, motivi geometrici o più prosaicamente insegne di negozi o numeri civici, tutti magistralmente intarsiati con pietre scure nel marciapiede o nella piazza di pietre bianche. Autori di questi capolavori baciati dalle suole sono i calceiteiros, artigiani d'antica origine che oggi escono fuori, diplomati e patentati, da un'apposita scuola istituita a Lisbona nel 1986.

Però, oltre che belle, le calçadas sono anche traditrici come saponette. Ne sa qualcosa la mia amica Eduarda, che si procurò una frattura esposta di tibia e perone slittando (era estate) nella calçada da Gloria, quella salita ripidissima che collega l’Avenida da Liberdade con il Bairro Alto e che mette a dura prova i polmoni più allenati e i sistemi cardiocircolatori più pompati, come del resto tutte le salite di Lisbona. Eh sì, esisteranno ancora i calceiteiros ma, come la stessa Eduarda mi ha informato, non esistono più quelle squadre specializzate di artigiani armati di martelli e punteruoli che alla fine dell’inverno, come sciami di Woody Woodpecker, bucherellavano dado per dado le calçadas rese lise e sdrucciolevoli dalle piogge e dall’umidità invernali, rendendo più sicuri marciapiedi, gradini e salite.

Però... Però io qualche tempo fa ho visto degli operai chini a picchiettare la calçada... Eduarda, li hai chiamati tu?

6 commenti:

  1. Bella la calçada! Ma certe volte davvero poco pratica, specie quando ci sono lavori in corso (poracci gli operai che picchiettano pietrina per pietrina..e poi magari qualche pezzo avanza e lo accantonano ai lati delle strade! :))

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  2. ps ho scoperto il tuo blog oggi, molto carino ed interessante.
    mi fa piacere quando incontro una persona che rimane conquistata da questa città :)
    anch'io ho un blog dove parlo anche di Lisbona, se vuoi farci un saltino sei il benvenuto!

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  3. Ciao Elle
    e benvenuta! Grazie per i complimenti, che fanno sempre piacere :-)
    Però a questo punto devi dire pubblicamente qual è il tuo blog, così ci facciamo subito un salto in massa!

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  4. http://oceans2.blogspot.com/

    (dovrebbe comparire anche cliccando sul mio nickname)

    A presto!

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    1. Ma lo sai che è proprio bello il tuo blog? Scritto bene, pieno di emozioni e soprattutto coni foto fantastiche!
      Mi sa che ti seguirò :-)

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    2. Grazie, mi fa piacere! Io ti seguo di gia' :)

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