venerdì 23 dicembre 2011

TAXI



I tassisti di Lisbona fanno razza a parte. Lo capisci appena poggi il piede in aeroporto, terminal arrivi. Ti metti in fila e aspetti il tuo turno che non arriva mai visto che non arrivano nemmeno i taxi. Se invece tu non fossi lo sprovveduto turista che sei sapresti che ti basterebbe recarti alle partenze per trovarti di fronte una legione di taxi ad attenderti.

Mi sono sempre domandato il perché di questa strategia commerciale suicida ma non ho mai chiesto lumi a nessun tassista. Per due motivi: uno, quando parlano sono pressoché inintelligibili; due, in genere sono abbastanza truci e quindi pensi che è meglio farti gli affari tuoi.

Il tipico taxi lisbonese è una Mercedes degli anni Ottanta color panna con interni di vilpelle impregnati di fumo o di arbremagique, motore che scarica nubi tossiche tipo Bhopal e giunture lasche di cui senti il clangore a ogni sussulto sulla calçada (i sampietrini). Se non altro però le radio non trasmettono partite dello Sporting o del Benfica ma civili programmi di musica leggera o addirittura notiziari.

I taxi di Lisbona hanno due grandi pregi. Primo: sono tanti e li trovi dappertutto. Mai a Roma mi è capitato di fare come nei film di Woody Allen, dove alzi il braccio e automaticamente hai un taxi che ti si ferma davanti: qui invece è la prassi. L'altro pregio è il costo. Una decina di anni fa mi sembrava una favola: abituato ai tassisti nostrani, che ti chiedono un rene per fare due isolati, pagare tre euro per andare da un capo all'altro della città era diventato uno dei miei passatempi preferiti (ora paghi sei euro, che è sempre meno rispetto ai prezzi degli strozzini al volante capitolini).

Qualcosa però sta cambiando: da un po' si vedono, sebbene ancora in netta minoranza, alcune Mercedes nere nuove fiammanti, anche perché il Comune ha in programma di chiudere tutto il centro ai mezzi più inquinanti, e quindi molti vecchi taxi resteranno tagliati fuori. Inoltre c'è il ricambio generazionale: comincio a vedere giovani tassisti visibilmente istruiti, gentili e professionali, ai quali auguro una radiosa carriera, certo non quella di un'anziana signora in cui incappai qualche anno fa. Verso le tre di notte, all'uscita da un bar del Bairro Alto, salii con un mio amico su un taxi guidato dalla suddetta tassista dai modi molto gentili ma dal contegno dolente che ci disse: “Sto qua da tre ore e voi siete i primi e forse gli unici clienti del mio turno. E tutto questo solo per qualche euro. L'avessi saputo sarei rimasta a casa a dormire, ché di giorno faccio pure un altro lavoro”.

Ecco, i tassisti di Lisbona non nuotano nell'oro. Forse anche per questo sono scorbutici (e non hanno mai il resto a cinquanta euro).

2 commenti:

  1. 50 euro? non me le da' neanche il bancomat :D
    non mi ricordo piu' come sian fatte!

    ps io li trovo agli arrivi...e una volta ne ho trovato anche uno che mi voleva applicare la tariffa fissa di 18 euro, quando per andare a casa mia ce ne vogliono una 10ina. mi son fatta scendere alla prima curva!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Elle
      in effetti ho notato anch'io questa cosa, che i bancomat raramente danno banconote da 50 euro (e men che meno da 100). L'ho sempre trovato strano, ma è meglio così: non ti trovi a dover pagare un caffè con 100 euro...

      Elimina